Disperso in Russia (scrittura automatica medianica)
Ero al pranzo della Prima Comunione del figlio di una mia cara amica, la giornata era trascorsa gioiosamente e mi sentivo molto tranquilla.
Ci servirono il caffè e lo sorseggiai di gusto mentre ero intenta a conversare con un’altra invitata, ma pochi istanti dopo iniziai a sudare freddo e mi scoppiò un fortissimo mal di testa
L’invitata con la quale stavo parlando, accortasi del mio malessere, mi guardò allarmata per una manciata di secondi dritto negli occhi, ci fissammo e in quel momento avvertii una strana presenza. Mi venne alla mente un nome maschile che iniziò a ripetersi come una cantilena nella mia testa e d’impeto lo ripetei ad alta voce alla donna davanti a me chiedendole se conosceva qualcuno di nome “Aristide”.
La donna ebbe un forte turbamento e mi disse: “Come fai a sapere il nome di mio nonno … che considero il mio Angelo custode?”
Subito dopo quella rivelazione, sentii il bisogno urgente di scrivere qualcosa e chiesi un foglio di carta al cameriere.
La parola che sortì fu: Chekovo.
Quel vocabolo o chissà cosa non mi diceva niente, ma sul volto della donna notai un’aria molto perplessa.
Mi incuriosii e le chiesi notizie riguardanti suo nonno. In tono malinconico mi rispose che non l’aveva mai conosciuto poiché era stato dato per disperso in Russia durante la prima guerra mondiale.
Finito il pranzo al ristorante, decidemmo di indagare sulla questione e, insieme a un gruppetto di amici ristretti informati sull'accaduto, ci recammo a casa della donna.
Ovviamente eravamo tutti curiosi di conoscere il significato di quella parola scritta sul foglio e dopo alcune supposizioni, optammo per l’ipotesi che si trattasse del nome di una città.
La fortuna volle che la donna avesse in casa l’Atlante alfabetico del Touring Club, senza perder tempo ci mettemmo a cercare tra quell'infinità di nomi di città paesi e villaggi del mondo e scoprimmo, esterrefatti, che “Chekovo” era proprio il nome di un paesino situato sul Mare di Okhotsk (Mar di Siberia) nel canale di Tataria, esattamente dove si erano perse le tracce del nonno Aristide così come riportavano i documenti militari successivamente richiesti.