FANTASMI (contatto medianico anime trapassate)
Era un normalissimo pomeriggio d’inizio ottobre ed ero da poco rientrata dal lavoro, i miei figli erano fuori e finalmente mi accingevo a godermi in pieno relax quello scorcio di fine giornata.
Come di solito andai nel salotto, accesi lo stereo, mi sdraiai sul divano e iniziai a rilassarmi mentre delle soffici note in sottofondo cullavano la mia mente.
Una piacevole sensazione di pace stava via via avvolgendo il mio spirito e le mie membra, ma fu improvvisamente interrotta da una strana e inquietante percezione.
Provai un senso di disagio e iniziai a sentire freddo, qualcosa di irregolare si stava verificando nella stanza, ma non riuscivo a capire cosa fosse.
Tutti i miei sensi e ogni centimetro del mio corpo erano in allarme, le mie antenne extrasensoriali stavano captando qualcosa di anomalo.
Infatti, dopo pochi secondi accadde uno strano evento ossia, i bicchieri di cristallo che erano poggiati sul tavolinetto di fronte al divano, iniziarono pian piano a muoversi fino a tintinnare tra di loro come se scossi da una forte vibrazione.
Pensai subito a un terremoto e immediatamente alzai gli occhi verso il soffitto, ma il lampadario era immobile al suo posto.
Cercai in pochi secondi di razionalizzare quell’evento senza farmi prendere dal panico, ma contemporaneamente vidi con la coda dell’occhio qualcosa che stava entrando nella stanza.
Rimasi pietrificata e senza respirare, una alla volta stavano varcando la porta delle entità, difficilmente descrivibili in quanto evanescenti ed inconsistenti, luminose e al tempo stesso del colore della cenere, difficilmente riconoscibili in viso ma distinguibili per la loro forma umana.
Cinquantotto tra uomini, donne, vecchi e bambini entrarono nella stanza e, all’ingresso dell’ultima anima, i bicchieri cessarono il loro tintinnio.
Credo sia inimmaginabile e utopistico trovare dei termini per descrivere le sconvolgenti sensazioni che provai; una macedonia di stupore, sbalordimento, incredulità, scetticismo, sorpresa, confusione e sbigottimento, ma l’unica cosa che non provai fu la paura, anzi, sentivo emanare da quelle entità dei sentimenti benevoli nei miei confronti e una sorta di delicata forma di imbarazzo per aver invaso senza preavviso la mia casa, nonché una titubante e impacciata richiesta di aiuto.
Presi tra le mani il mio vangelo, mi feci il segno della Croce e iniziai a pregare poiché nient’altro potevo fare; poi mi rivolsi loro dicendo che non era nelle mie facoltà ricondurli verso la strada di luce che avevano smarrito, ma che comunque potevano contare sul mio aiuto attraverso i messaggi da recapitare al mondo dei vivi.
Così dicendo, una ad una e senza voltarsi, la mesta processione di anime iniziò lentamente a uscire dalla stanza.
“In questa età di materialismo … si è avuta una reviviscenza della fede negli spiriti, sia pure ad un livello più elevato. Non si tratta di una ricaduta nella superstizione, … ma del bisogno di proiettare la luce della verità su un caos di fatti malsicuri”
(Carl Gustav Jung “I fondamenti psicologici della credenza negli spiriti” – 1920)